Tiro (Libano), gennaio 2022

Esperti e analisti internazionali sono concordi nel definire catastrofica la crisi che ha colpito il Libano dall’agosto del 2019 e che ha portato il Paese al default in meno di due anni.

La vertiginosa svalutazione della lira libanese e l’immobilità della classe politica hanno comportato enormi disagi alla popolazione nella fornitura dei servizi elettrici, nell’approvvigionamento di risorse e merci e nell’impoverimento della classe media del paese che in questi anni ha visto sparire i propri risparmi dai conti bancari. Oggi si stima che circa l’80% dei libanesi vive al di sotto della soglia di povertà.

Al fine di fornire risposte tempestive all’emergenza e arginare possibili conflitti e degenerazioni, le organizzazioni italiane CTM e Armadilla hanno messo insieme le loro forze per sostenere i lavoratori più vulnerabili del Sud del paese. Nel mese di gennaio, infatti, è stato possibile pagare i salari di oltre 200 lavoratori coinvolti nel progetto ERA: Emergenza, Resilienza, Ambiente. Opportunità di impiego a sostegno delle Municipalità del Sud del Libano finanziato dalla Sede di Beirut dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e incentrato a fornire un impiego per i soggetti vulnerabili nei distretti di Tiro e di Nabatieh.

Oltre a supportare il reddito delle famiglie, infatti, il progetto ERA ha messo in atto una serie di azioni in risposta alla crisi come la creazione di un mercato sociale con prezzi calmierati per i più bisognosi, di un centro di riciclo di vestiti e tessuti usati e l’attivazione di servizi di pulizia stradale e di manutenzione del verde pubblico indispensabili durante la stagione delle piogge.

“Se prima eravamo noi libanesi ad accogliere e aiutare i rifugiati siriani in difficoltà”, afferma Hassan, un lavoratore del programma, “adesso siamo noi a dover lanciare un grido di aiuto e siamo contenti che voi italiani siate al nostro fianco”.