L’attività di progetto che vede coinvolte le donne e i bambini dei diversi campi rifugiati di Karoun, continua presso il palazzo degli Scout Islamici e regala emozioni ad ogni nuovo incontro. Le partecipanti si ritrovano, puntuali, alle 10 del mattino con i loro bambini, tra cui alcuni neonati tenuti al caldo sotto le coperte arrotolate, invisibili agli sguardi altrui. Più di 500 le donne coinvolte finora e tanti bambini, impegnati nella realizzazione di burattini e nella messa in scena di storie inventate. I temi principali dei disegni sono: la casa, il tempo che è solo relativo al ritorno in Siria, la Siria distrutta, la guerra e tutto ciò che si è perso, compresa, per alcune, l’identità culturale, messa in dubbio, dalle azioni dei loro “fratelli” siriani, su un campo di battaglia poco chiaro. Le donne raccontano della vita dura nei campi, dei bagni condivisi, della scarsità d’acqua e della poca privacy che porta molte di loro a coprirsi integralmente. Infatti, sono molte le donne completamente velate, ma non per questo meno motivate a far sentire, attraverso le rappresentazioni, la sofferenza, la denuncia di una Siria abbandonata dagli altri paesi arabi e il grido contro quello che è avvenuto e continua: il massacro di un popolo e della sua terra. Il bisogno di parlare, di essere ascoltate, di raccontare la loro vita di prima e quella di oggi, passa anche attraverso l’ ironia, dove le grandi e grasse risate alleggeriscono, anche se per poco, il fardello del trauma e delle ingiustizie subite. Tutto questo succede a Karoun, nella valle occidentale della Bekaa, sotto la supervisione del gruppo teatrale Les Amis des Marionette, capitanato dalla direttrice Tamara Kheldani, le partecipanti vengono spronate a raccontare, a disegnare e a lasciarsi andare seguendo soltanto l’energia che le attraversa.